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Paola Calcatelli e Salvatore Pujia sono due artisti italiani che per la prima volta si incontrano a livello espositivo, raccontandosi e confrontandosi nel loro maturo percorso creativo, nella loro intima ed esistenziale relazione con l’arte. Molti punti in comune (biografici e formali), molti punti divergenti (espressivi e analitici). Il risultato è un mostra dalle molteplici anime: surreale, sognante, poetante; logica, concettuale, destrutturante. Il risultato è un doppia personale che pone con prepotenza la questione eternamente contemporanea sul senso dell’arte e sulla sua funzione; e mette in scena due approcci estetici alla vita apparentemente incompatibili e conflittuali - ma nella sostanza compenetrantesi - che tradiscono l’azione e l’interazione delle due istanze psichiche proprie dell’essere umano: il pathos e il logos, l’istinto e la ragione, l’impulso e la coscienza, il sentimento e la razionalità. Il divenire e l’essere.
Due mondi visuali che trovano il loro sintonico raccordo nel rifiuto della forma precostituita, nel rifiuto dei valori tradizionali, nello scioglimento dei vincoli di senso, nell’esaltazione della potenza vitale e tragica dell’arte. DISENSODISSENSO è l’azzardo linguistico prestato a titolo di questa esibizione. Sentire e dissentire, l’una condizione dell’altra, diventano l’antidoto segreto e inattuale contro l’irrigidimento statico dei valori.
Con una variegata produzione di dipinti, installazioni e video, il dissenso di Paola Calcatelli si traduce in una volontaria sospensione di significazione. Stranianti astrazioni su superfici variabili, geometrie instabili e deliberatamente sbagliate, dissolvimenti visivi di antropologie illusorie, sono opere in cui i soggetti principali - il tempo, la materia e l’io - non lasciano spazio ad alcuno dogmatismo logico, ad alcuna cristallizzazione formale.
Mentre è di senso e di puro sentire che si nutre - insaziabile e perfidamente ingenuo - l’immaginario pittorico di Salvatore Pujia. Guidato da un puro istinto infantile, Pujia è il bambino innocente e incurante, immediato e primitivo, che si avventura senza paura nel mondo sconosciuto dell’interiorità. E qui silenzia ogni codice. E qui abbandona ogni peso. E qui l’oblio si veste di immagine. Il gioco, l’amore e il cosmo, sono i temi che scandiscono la sua produzione. Un combinato di ritmo e armonia tradotto in superfici corpose, atmosfere inebrianti e figure burlesche.
DISENSODISSENSO è una mostra che invita a danzare. Una danza che parte dal ventre, investe la mente e si traduce in azione. Uno spazio estetico prodotto dai gesti incantati di Salvatore Pujia e Paola Calcatelli. Un’incantesimo che imbambola lo spettatore, nel cui orecchio s’insinua sibilante l’invito imperativo del filosofo sterminatore, che suona con queste parole: disimpara a camminare! Canta, danza e divieni opera d’arte!
DISENSODISSENSO è un moto circolare. Il movimento di un sentire che è un dissentire da cui emerge, inevitabile, l’assenso primordiale: il sacro dire di sì alla vita. |
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