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La Galleria 555 di Vilnius (LT), in collaborazione con Pramantha Arte, il prossimo 21 giugno alle ore 18.00, presenta la doppia personale degli artisti italiani Luigi Magli e Francomà dal titolo: ANIMALE SPIRITUALE. TOTEM E TABÙ, a cura di Maria Rosaria Gallo. La mostra introduce al pubblico lituano i percorsi di due tra i più significativi artisti del panorama contemporaneo del Sud Italia. Stilisticamente agli antipodi, biograficamente fratelli, Luigi Magli e Francomà hanno digerito l'avventura artistica contemporanea con spirito sperimentale, approdando a soluzioni espressive diverse, ma condividendo la medesima origine nell'espressionismo astratto e nel primitivismo. Tra la fine degli anni Settanta e gli inizi degli anni Ottanta sono stati tra i protagonisti del gruppo chiamato "I Post-meridionali", caratterizzato dall'originale contributo calabrese alle ricerche d'avanguardia. Oggi si polarizzano su due estremi stilistici.
Francomà ha trovato la sua casa espressiva nella pittura. Una pittura figurativa in cui convergono istinto, ragione ed immaginazione. Percezione, astrazione e racconto. Una pittura che, con Gilles Deleuze, potremmo definire figurale, in cui l'artista - attraverso storie, allegorie, rebus - esplora, codifica e decodifica il linguaggio estetico facendone emergere tutta la potenza espressiva e simbolica.
Luigi Magli vive l'arte come pura pratica empirica; misterioso pro- cesso in cui intercettare, indagare e riprodurre le dinamiche di una creatività originaria. Qui lo spazio pittorico va al di là dell'informale e assume il senso di una topica dell'ispirazione. Un luogo di ricongiungimento con le fonti originarie dell'energia poetica che si traduce nella produzione di trame spaziali, tessiture di materia, arcaici pittogrammi. Qui l'arte stessa diventa simbolo.
Dall'evidente contrapposizione formale dei due artisti emerge, però, un punto di contatto: il recupero di una sensibilità atavica; un'estetica del sentire che palpita di istinto primordiale e racconta l'anima segreta delle cose. Un'estetica in cui l'occhio esiste allo stato selvaggio, sospende le convenzioni, colpisce l'inconscio e rivela la presenza dell'umano come animale spirituale.
La mostra Animale spirituale. Totem e tabù, con le opere di Luigi Magli e Francomà, racconta un'idea di arte che annulla i confini tra l'uomo e il suo mondo. Annulla la rigidità che contrappone il soggetto senziente alla realtà rappresentata e organizzata. Mostra una verità radicata nel mistero della sensibilità, della materia, del colore, del gesto, del segno, della visione, del desiderio, del sogno e della parola. E lo fa secondo un duplice andamento.
Con Luigi Magli l'opera si fa totem. Entità simbolica di processi profondi, in cui il potere vibrante della materia incontra il fiuto allucinato dell'artista e, sulla via del caso assoluto, nascono frammenti di spazi ancestrali e archetipi di umana-animale natura.
Con Francomà la pittura rivela il tabù. Da un processo creativo che gioca sul limite tra razionale e irrazionale, da una combinazione di pennellate che declinano l'interazione tra conscio ed inconscio, il racconto pittorico rivela l'essenza indicibile della realtà.
In uno scritto degli anni '40 Barnett Newman sosteneva l'idea che "il primo uomo era un artista", intendendo dire che l'arte risponde a bisogni spirituali primordiali. Luigi Magli e Francomà sembrano dire che l'artista è un demone che, rispondendo all'impulso dell'ossessione creativa, si scopre uomo primordiale. Si scopre animale spirituale.
(Testo di Maria Rosaria Gallo) |
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